Pigmenta
Le stesure dense e materiche di Hassan Yazdani (in arte Hassanski) sono gli elementi di un piacere del gesto che la sua pittura dichiara. Piacere sottile di mescolanze e di fusioni, di olio e di pigmenti, che fa rivivere il tempo del gioco e mette al centro il colore, visto dall'artista come realtà della forma e suo principio, ragione ultima della sua arte. Irresistibilmente, l'amalgama cattura l'occhio e il pennello e suggerisce visioni; l'impasto costruisce sostanza agli oggetti della rappresentazione, compiutamente χρῶμα (colore), limite e “pelle” dei corpi, ètimo recondito della parola fatto proprio dal pittore davanti alla tela. E così i verdi e i rosa, tutti gli azzurri e i toni delle terre diventano volumi e “geometrie” che di-segnano lo spazio, inventano immagini. Pietre, monti, cose, figure. Dall'arsenale della mente e dell'inconscio o dal ricordo degli altipiani dell'Iran, terra delle origini sempre nel cuore e nella memoria creativa dell'artista.
L'albero è ininterrotta presenza, racconto di vissuti e di radici, di paesaggi di una nuova storia; ma anche richiamo di valori sacri, ripetuto a noi che non sappiamo ascoltare.
Con espressioni sempre libere e pervase dal ritmo delle emozioni; nel gioco costante della luce e delle linee, all'origine delle sue particolari atmosfere, Hassanski indaga e rivela il perpetuo dinamismo della materia del mondo e del profondo, liberando il desiderio di vita che nascondiamo.
Italia Gualtieri